Giovedì, 03 Aprile 2025 06:18

Perché  l'attualismo gentiliano non mi convince In evidenza

Scritto da Prof. Daniele Trabucco

Di Daniele Trabucco Belluno, 3 aprile 2025 - L’attualismo di Giovanni Gentile (1875-1944) rappresenta una delle più radicali forme di idealismo sviluppatesi nel Novecento, ponendo il pensiero come atto puro, un’autoproduzione costante della coscienza.

Secondo Gentile, il reale non esiste al di fuori dell’atto del pensiero che lo crea, negando ogni distinzione tra soggetto e oggetto. Tuttavia, tale concezione si scontra con numerose difficoltà teoriche, molte delle quali già individuate dalla filosofia classica. In particolare, una evidente aporia riguarda la storicità del pensiero. Se ogni verità è atto in divenire, come si può giustificare la persistenza del sapere?

Socrate e Platone riconoscono il valore universale della conoscenza: la verità non è soggetta a mutamento perché si fonda su principi eterni. L’attualismo, invece, dissolve ogni assoluto, ma nello stesso tempo pretende di affermare come assoluta la tesi secondo cui tutto è atto in fieri. Questo circolo vizioso, è evidente, mina la coerenza interna della teoria. Un altro aspetto riguarda il rapporto tra pensiero ed essere.

Platone e Aristotele riconoscono che la conoscenza presuppone una realtà oggettiva, quella che Severino chiama identità tra verità e certezza, tra pensiero ed essere: per Platone, le idee esistono indipendentemente dalla mente che le pensa, mentre per Aristotele la sostanza precede il pensiero che la coglie.

L’attualismo, invece, dissolve l’essere nel pensiero, eliminando ogni fondamento ontologico autonomo.

Questo implica una regressione infinita: se tutto è pensiero in atto, anche il soggetto che pensa deve continuamente autogenerarsi, senza un principio stabile.

Aristotele avrebbe obiettato che ogni atto presuppone una potenza da cui scaturisce, mentre in Gentile l’atto puro (che per Aristotele era Dio, il Primo motore immobile) si sottrae a questa logica, risultando paradossale rispetto all'impianto teoretico dell'attualismo.

Infatti, l'autogenerarsi non può essere in alcun modo considerato "atto puro", in quanto anche la generazione che proviene da sé implica una fase (la potenza) che non è ancora la nuova autogenerazione.

(*) Autore

Daniele Trabucco

Professore strutturato in Diritto Costituzionale e Diritto Pubblico Comparato presso la SSML/Istituto di grado universitario "san Domenico" di Roma. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico.

Sito web personale

www.danieletrabucco.it

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